un documentario di ALESSANDRO PREZIOSI
prodotto da TOMMASO MATTEI
scritto da TOMMASO MATTEI e ALESSANDRO PREZIOSI
con
ALESSANDRO PREZIOSI
NANDO PAONE
FEDERICA FRESCO
ROBERTO MANZI
VALERIO AMELI
e con la partecipazione di
MICHELANGELO PISTOLETTO
fotografia MAURA MORALES BERGMANN (ACC)
montaggio SARA ZAVARISE
musiche GIACOMO VEZZANI
opere in scena MICHELANGELO PISTOLETTO
costumi CITTÀ DELL’ARTE FASHION B.E.S.T
OLGA PIRAZZI, FLAVIA LA ROCCA, TIZIANO GUARDINI
regia ALESSANDRO PREZIOSI
aiuto regia FRANCESCO DURANTE VIOLA
operatore steadycam LORENZO PEZZANO
suono in presa diretta MARCO ZAMBRANO
operatore backstage GIANLUCA PASSARELLI
assistente operatore NICOLAS DE LUIGI
elettricista GIANLUCA CECCONELLO
assistente alla regia STEFANIA SAPUPPO
assistente al montaggio GIULIA FLORIA ANDORKA (A.M.C.)
coordinamento editoriale CHIARA BELLITI
grafica MAURO LUCCHERINI
ufficio stampa MARGHERITA CUGINI
trasporti MONTENOVI TRASPORTI
service audio e luci EMMEDUE SRL
conforming e color correction SEBASTIANO GRECO
montaggio del suono e mixaggio audio GIANFRANCO TORTORA
SUD SOUND STUDIOS
Durata: 86 minuti

Pato film in associazione con Cinecittà, in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno della Direzione Generale Cinema e Audiovisivo e con la collaborazione del teatro Stabile del Veneto presentano in anteprima alla 24°Festa del Cinema di Roma il nuovo documentario dei Alessandro Preziosi “Aspettando Re Lear“ ideato con Tommaso Mattei e con la partecipazione di Michelangelo Pistoletto.

Alessandro Preziosi torna alla regia del genere documentario dopo “La legge del Terremoto” per raccontare dal suo punto di vista questa volta il teatro e l’arte contemporanea.
Guidati dalla soggettiva dei protagonisti assistiamo in presa diretta al compiersi di un evento teatrale dal concepimento alla messa in scena, attraverso un dialogo costruito con il maestro biellese Michelangelo Pistoletto.

Partendo dallo sguardo intenso di Michelangelo Pistoletto riflesso in uno dei suoi quadri specchianti che ci accompagna a comprendere il significato dei suoi materiali in scena e della sua intera opera, ci immergiamo in soggettiva nel percorso del regista e della compagnia degli attori, dalla prima lettura al Chiostro del Bramante di Roma fino all’attimo in cui si chiude il sipario sulla prima al Teatro Goldoni di Venezia.

Il punto di vista degli altri straordinari interpreti Nando Paone, Roberto Manzi, Federica Fresco e Valerio Ameli fa comprendere più profondamente il dipanarsi della storia, facendo vivere le emozioni più intime di chi condivide il palcoscenico con ardite riprese dietro le quinte accompagnandoci accompagna in una Venezia caotica e apocalittica tra le calli di Rialto, le segrete di Palazzo Ducale, le tese dell’Arsenale fino al Labirinto di Borges all’isola di SanGiorgio.

Alessandro Preziosi manipolando intelligentemente la materia della tragedia scespiriana, fondendo e sovrapponendo i linguaggi con la fatidica complicità di Michelangelo Pistoletto affronta temi sempre attualissimi del Re Lear scespiriano come i bisogni primari dell’uomo, l’esercizio del potere e l’eredità che lasciamo in vita alle nuove generazioni, dando vita ad una nuova scrittura che ci dimostra come il teatro attraverso l’arte possa farsi contemporaneità e divenire attraverso il cinema un viaggio universale alla ricerca del significato più profondo dell’essere padri e figli.

Alessandro Preziosi

Morire prima di morire, togliersi di mezzo, questo è’ l’obbiettivo registico con il quale mettere a fuoco il lavoro sul documentario “Aspettando Re Lear”: annullarsi in un niente del linguaggio, di una parola che una volta pronunciata rende schiavo il suo dicitore. Un niente che rende Lear ridicolo e inutile come un numero a lotto estratto a gioco finito. Circa 20 anni fa presi parte ad un allestimento teatrale per la regia di Antonio Calenda del Re Lear e quella fu una grande fortuna che mi permise di osservare da dietro le quinte la maestria e la chiarezza dell’interprete Roberto Herlitzka e del testo.

Come da un buco della serratura ho preso coscienza in mezzo all’incredibile e vasto panorama che avevo davanti a occhio nudo, di un piccolo particolare: l’attesa che i personaggi di questo dramma vivono nel concludere la propria vita Ed è proprio su questo frangente non solo temporale che ho immaginato un Re non semplicemente arrivato alla fine deli suoi anni ad un passo anagraficamente dalla morte, ma piuttosto spinto dalle circostanze e dalla trama a cercare nella maturità e non nell’età il tassello conclusivo della propria vita: MATTO: Ehi bello, se fossi il mio buffone, te n’avrei fatte dare di bastonate, per esserti invecchiato prima del tempo! LEAR: E con questo? Che vuoi dire? MATTO: Che non puoi permetterti d’essere vecchio prima ancora di esser maturo!

L’impazienza che accompagna il rocambolesco circolo di eventi in cui il Re Lear travolge sé stesso prima di tutto e quindi gli altri mi ha suggerito di creare uno spazio mentale teatralmente e scenicamente reso materico dalle opere in scena di Michelangelo Pistoletto. Uno spazio all’interno del quale il nostro protagonista braccato come un leone in gabbia dalle sue errate valutazioni vedi nel rapporto autorità/ patria potestà vedi nel voler far ereditare qualcuno in vita è obbligato come in catene a scendere nella spirale infernale dell’analisi di quello che è stata la sua vita fino a quel momento. Spogliato della sua potestà non può far altro che ridursi ad un uomo che deve fare i conti con la paternità con il suo essere semplicemente un uomo scoprendo così la propria miseria rispetto al fatto che esserlo non è un concetto non è un’idea, ma è qualcosa di profondamente umano che segna la “dignità” dell’essere Padre.

Alessandro Preziosi

Il Documentario

Una realtà immersiva che tenta di restituire la tridimensionalità dell’atto teatrale, combinando il teatro il cinema e l’arte contemporanea.
Aspettando Re Lear racconta gli stati mentali e le circostanze artistiche e creative che contraddistinguono il complesso allestimento dello spettacolo immaginandolo dal punto di vista del regista e dei protagonisti nell’arco di tempo che va dalle prove al debutto.
La macchina da presa segue gli attori della compagnia e dopo la messa in scena in un viaggio onirico nella città di Venezia che diviene essa stessa un labirinto di rappresentazioni alternando piani sequenza ed ellissi temporali talvolta in una totalizzante soggettiva, andando ben oltre la mera rappresentazione della realtà sia sul palcoscenico sia nella vita reale.

Le riprese, infatti, oltre che sul palco e nei camerini del teatro Goldoni dove si svolge lo spettacolo sono state effettuate anche a Venezia presso le Prigioni nuove, il Palazzo Ducale, l’Arsenale e La Fondazione Cini, Labirinto di Borges.
Partendo da questi presupposti “Aspettando Re lear” è anche e soprattutto un inusuale prospettiva su tutto il lavoro dell’artista biellese Michelangelo Pistoletto.
Alle immagini in presa diretta dello spettacolo fa da contrappunto una lunga intervista a Michelangelo Pistoletto che approfondisce le tematiche espresse nell’adattamento teatrale a partire dal cruciale contributo dei suoi materiali di scena. “Aspettando Re Lear” non è solo un documentario sul teatro e l’arte contemporanea, bensì una riflessione accorata su temi come l’eredità tra padri e pigli, la follia, l’ingratitudine delle nuove generazioni, l’inadeguatezza delle vecchie e la loro cecità nel riconoscerne i reali bisogni.

Parte integrante del progetto è il particolare processo creativo su i cosiddetti “abiti di scena” ideati dalla Fondazione Città dell’Arte di Biella con il collettivo “think thank” Fashion B.E.S.T. e realizzati attraverso una filiera tessile trasparente, tracciabile ed etica e con l’utilizzo di processi e materiali sostenibili con la direzione artistica e creativa di Olga Pirazzi, e dei giovani stilisti Flavia La Rocca e Tiziano Guardini.
Il cast attoriale oltre allo stesso Preziosi vede l’intervento di Nando Paone premiato attore napoletano di grande tempra e popolarità dovuta ad innumerevoli partecipazioni in commedie cinematografiche, nell’inedita veste di attore tragico scespiriano e un cast di giovani, tra cui spicca il talento di Federica Fresco.

L’impianto drammaturgico rispecchia sostanzialmente la trama dell’opera teatrale nel suo svolgersi e nel giungere alle inattese conclusioni del suo adattamento contemporaneo, si configura in una vera e propria riscrittura per la scena a beneficio del lavoro filmico.
La scrittura del trattamento/ sceneggiatura fa tesoro di anni di esperienze fatte in tutti i maggiori contesti teatrali per più di cinquanta allestimenti di ogni ordine e grado da cui emerge consapevolezza di quelli che sono i momenti topici e i meccanismi maggiormente svelanti dell’operazione teatrale.

La “riflessione” a partire dalle tematiche del Lear fino alla scelta della collaborazione con Pistoletto è uno dei temi più importanti della narrazione.
Cos’è se non un grande processo di “rispecchiamento” quello che avviene tra padri e figli, tra attori e pubblico, tra autore e società?
Alessandro Preziosi è attore di teatro e cinema con all’attivo collaborazioni con i più importanti cineasti, consumata esperienza su set di film e lunghi film tv, e alle spalle la regia (dopo le innumerevoli prove nel campo della prosa teatrale) dell’impegnato documentario “La legge del terremoto” fortemente amato dal pubblico in sala e acclamato dalla critica fin dal debutto al festival del cinema di Roma del 2020.

Al suo fianco un cast di attori di altissimo livello tra cui spicca Nando Paone, in un ruolo inedito rispetto alla riconoscibilità del caratterista presso grande pubblico, ma con un bagaglio da attore teatrale di razza e una consapevolezza del medium documentaristico mutuato da esperienze di “pedagogo teatrale” e di consumato artista visivo.
Insieme alla grande esperienza dell’attore Roberto Manzi formatosi alla Silvio d’Amico, completano il cast i giovani Valerio Ameli (formatosi alla Galante Garrone di Bologna) e Federica Fresco, neolaureata della Accademia del Teatro Stabile del Veneto.

La scenografia è concepita con opere in scena, che sono per la prima volta delle vere e proprie “opere d’arte” concesse dall’artista Michelangelo Pistoletto, uno dei più influenti artisti italiani al mondo. La sua visione creativa, olistica e collaborativa combacia perfettamente con l’impronta che il regista ha dato alla messa in scena.
Il suo contributo al progetto corroborato dalla lunga intervista è vivo e pregno di significato. Con il suo carisma ha coinvolto tutta la Fondazione città dell’arte di Biella nel progetto, confermando che il vero talento si mette sempre a disposizione delle sfide, per quanto appaiano impossibili, senza compromessi e senza badare alle convenzioni.

La colonna sonora del documentario è affidata ad un compositore prolifico e poliedrico di rara sensibilità a cui il palcoscenico è consono da anni: Giacomo Vezzani, replica, disintegra la trama musicale originale messa a disposizione dello spettacolo dal vivo per creare l’ennesimo doppio.
Una drammaturgia sonora che si concreta con l’incedere di un thriller psicologico accompagnando ora suadente e ora martellante il ripercorrere celebrale ed emotivo delle vicende accorse al povero folle Re.
Vezzani fa quasi “suonare” le opere di Pistoletto veneziane in un contesto metafisico e allucinato, dando una dimensione atemporale al documentario.

Foto di scena

Backstage

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